Ansia e Tachicardia Notturna: Come Recuperare il Sonno Perduto

da | Gen 20, 2025 | Ansia

Ti svegli nel cuore della notte con il cuore che batte all’impazzata, come se fossi reduce da una corsa interminabile?
L’ansia e la tachicardia notturna possono davvero trasformare il tuo sonno in un incubo, facendoti sentire esausta e frustrata al risveglio.

Se ti ritrovi spesso in questa situazione, sappi che non sei sola. Scopriamo insieme quali possono essere le cause di questo sintomo e come recuperare il sonno perduto, così da ritrovare notti serene e riposanti.

Che cos’è la tachicardia notturna
Immagina di addormentarti tranquilla e, all’improvviso, sentirti come se il tuo cuore stesse correndo una maratona. Eppure non hai corso da nessuna parte: sei semplicemente a letto, in un momento in cui dovresti essere rilassata. La tachicardia notturna è proprio questo: un aumento anomalo della frequenza cardiaca — oltre i 100 battiti al minuto — che arriva a disturbare il sonno, spesso accompagnato da sensazioni di oppressione al petto, sudorazione o addirittura soffocamento.

Nel corso della giornata, magari corri di qua e di là e nemmeno ti accorgi di come batte il tuo cuore; di notte, invece, tutto si amplifica. Un conto è la tachicardia “fisiologica”, quella che provi dopo uno sforzo fisico o magari quando hai la febbre: il tuo corpo sa perché sta pompando di più. Un altro discorso è quando succede mentre dovresti riposare, senza un motivo “fisico” evidente: lì, spesso, entra in gioco l’ansia. Ecco perché parliamo di ansia e tachicardia notturna, un connubio che può trasformare la notte in un vero e proprio campo di battaglia interiore.

Perché l’ansia e la tachicardia si manifestano di notte?

Ti è mai successo di chiederti perché proprio nel momento in cui vorresti rilassarti, il cuore decide di correre all’impazzata? Sembra quasi una contraddizione: la notte dovrebbe essere il momento del riposo, e invece diventa un campo di battaglia tra ansia e tachicardia notturna.

In realtà, quando chiudi gli occhi e il mondo esterno si fa silenzioso, la tua mente trova lo spazio per ripescare pensieri, preoccupazioni o tensioni che di giorno riesci a tenere a bada. Se stai attraversando un periodo di stress o ansia, il tuo corpo potrebbe continuare a produrre ormoni come l’adrenalina e il cortisolo anche nelle ore notturne, invece di “spegnere il motore”.

In più, il battito cardiaco — che di giorno magari noti poco o nulla — diventa il tuo unico “compagno di stanza” quando ti trovi nel buio. E più lo ascolti, più ti senti all’erta: un semplice battito un po’ accelerato può trasformarsi, nella tua percezione, in un pericolo imminente. Si crea così un circolo vizioso: accorgerti del tuo cuore che batte forte ti spaventa e, di riflesso, lo accelera ancora di più.

Un altro aspetto da considerare è il ritmo circadiano, che regola il ciclo sonno-veglia. Se sei in uno stato di ansia costante, il tuo organismo fatica a capire che è arrivato il momento di “staccare la spina”. Ecco perché, anche di notte, resta in una sorta di “modalità d’allarme”: ti addormenti sperando di riposare, ma ti ritrovi con il cuore in gola e la sensazione di non avere alcun controllo su ciò che sta succedendo.

La buona notizia è che esistono strategie mirate per interrompere questa spirale e rendere di nuovo il sonno un momento di ristoro. Nel frattempo, è utile sapere che non sei sbagliata e non stai “esagerando”: la tachicardia notturna è un sintomo comune di un corpo e di una mente che hanno semplicemente bisogno di essere ricalibrati.

Cause psicologiche dell’ansia notturna

Perché l’ansia bussa alla nostra porta proprio di notte?

I motivi possono essere diversi e spesso si intrecciano tra loro. Uno dei più comuni è lo stress, che tu viva un momento di tensione acuta (magari un trasloco, un esame importante o un cambio di lavoro) o una situazione di stress cronico che ti fa sentire perennemente “sul filo del rasoio”. Quando finalmente ti corichi e i ritmi frenetici della giornata si fermano, la mente — anche se esausta — non sempre riesce a rilassarsi: le tensioni accumulate possono così riemergere tutte insieme, facendo “impennare” il battito cardiaco.

Un’altra ragione ha a che fare con i pensieri ricorrenti: di giorno puoi rimandare certe preoccupazioni, ma di notte, nel silenzio, tornano a galla più forti che mai. Preoccupazioni sul futuro, rimorsi per ciò che non hai fatto o detto… senza distrazioni, questi pensieri trovano terreno fertile per alimentare l’ansia.

C’è poi la possibilità di attacchi di panico notturni: può capitare che, proprio mentre ti rilassi, la tua mente colga l’occasione per “scaricare” una paura che magari si è innescata durante il giorno. Il corpo, in risposta, produce adrenalina, portando rapidamente il cuore a battere all’impazzata e lasciandoti con la spiacevole sensazione di non avere il controllo.

Infine, i disturbi del sonno — insonnia, apnea notturna o altri problemi respiratori — possono mescolarsi all’ansia e provocare risvegli bruschi. Se già fai fatica a riposare bene, la comparsa di un battito accelerato nel cuore della notte è sufficiente a scatenare la sensazione di allarme, innescando un circolo vizioso in cui più ti agiti e più il cuore accelera.

In sostanza, ciò che di giorno resta in sottofondo può esplodere quando ti trovi da sola con i tuoi pensieri, trasformando la notte in un terreno fertile per l’ansia e la tachicardia notturna. La buona notizia? Con le giuste strategie e, se necessario, con un supporto professionale, è possibile spezzare questo circolo vizioso e restituire alle ore notturne la loro funzione principale: rigenerarti e darti la tranquillità che meriti.

Strategie per ridurre o gestire la tachicardia notturna

Se l’ansia e la tachicardia notturna sono diventate un appuntamento fisso con le tue notti, sappi che non sei costretta a conviverci per sempre. Con qualche accorgimento mirato, puoi spezzare il circolo vizioso che si instaura quando il battito accelera e l’ansia prende il sopravvento. Ecco alcune strategie che possono esserti d’aiuto:

  1. Spegni gli schermi in anticipo
    L’uso di smartphone, tablet o TV fino a tarda sera stimola il cervello e riduce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno. Prova a disconnetterti almeno un’ora prima di andare a letto: può sembrare poco, ma è un passo fondamentale per “preparare” mente e corpo al riposo.
  2. Crea un rituale di rilassamento
    Un bagno caldo, una tisana rilassante o qualche minuto di stretching leggero: trovare un piccolo rituale che ti aiuti a staccare dai ritmi frenetici della giornata può abbassare i livelli di stress e preparare il tuo organismo alla fase di riposo.
  3. Appunta i pensieri “fastidiosi”
    Molto spesso, il cuore inizia a battere forte perché ci sentiamo sopraffatti dai pensieri. Prima di coricarti, prendi carta e penna e concediti qualche minuto per “svuotare” la mente. Scrivi preoccupazioni, idee, liste di cose da fare: in questo modo, impedisci a questi pensieri di riaffiorare nel momento in cui cerchi di addormentarti.
  4. Evita caffeina e alcol a ridosso della notte
    Caffè, tè, bibite gassate e alcolici possono alterare il tuo ritmo cardiaco e disturbare il sonno. Se soffri di tachicardia notturna, cerca di limitarne l’assunzione soprattutto nelle ore serali.
  5. Fai attenzione alla cena
    Evita pasti troppo abbondanti e ricchi di grassi appena prima di andare a dormire. La digestione impegnativa può accentuare la sensazione di affanno e nervosismo, favorendo l’insorgere di tachicardia.
  6. Prova esercizi di respirazione
    Quando senti il cuore accelerare, concentrati sul respiro: inspira lentamente dal naso contando fino a 4, trattieni il respiro per un paio di secondi, ed espira altrettanto lentamente dalla bocca. Ripeti per alcuni minuti, cercando di focalizzare la tua attenzione solo sull’aria che entra ed esce.

Se queste tecniche non bastano o se la tachicardia notturna continua a tormentarti nonostante i cambiamenti di abitudini, e pensi che ti serva un supporto più concreto, contattami!

Un percorso di consulenza o terapia può aiutarti a individuare le origini profonde dell’ansia e a costruire strategie personalizzate per affrontare le notti con serenità. Ricorda: chiedere aiuto non è mai un segno di debolezza, ma il primo passo per tornare a vivere (e dormire) in modo più leggero.

Puoi usufruire della Terapia a Seduta Singola o decidere di intraprendere un Percorso Breve.

Trovi i miei articoli settimanali sul sito www.beatricepavoni.it e consigli e strumenti utili sulla mia Pagina Instagram o sulla mia pagina Facebook.

Buona crescita!

Beatrice Pavoni
Psicologa, Psicoterapeuta
Terapie Brevi, Terapia a Seduta Singola (TSS)

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *